sabato 24 novembre 2012

Bernardo





Il Dottore spesso visita i sogni di Dhemetra, lascia pensieri inquietanti, occupa i suoi spazi notturni saturandoli di incubi che  rasentano la realtà. Uno di questi è rimasto incastrato nel suo cuscino proprio la sera prima. 



Il fedele cane gli si accoccola affianco e il dottore lo cinge con il braccio.
<uccideresti mai un bambino?>
mormora tra sè e sè, le labbra si serrano e lo sguardo cerca qualcosa nel cielo, forse una risposta.
Dopo qualche minuto, riprende a parlare.
<credo che tu sia piuttosto fortunato Cane>
L'animale alza leggermente il testone e guarda il padrone.
<non hai pensieri complessi, le tue relazioni sociali sono semplici, hai chi provvede al tuo sostentamento>
Il dottore fa qualche carezza sul muso del bloodhound, fissando un punto imprecisato.
<non hai affanni, se ti ammali non ti intristisci, se devi morire lo fai da solo, in un angolo, in silenzio>
Sta ricordando qualcosa di poco allegro ed il cane appoggia il muso sul petto del dottore, come se avesse il potere di sapere sempre cosa passa nella testa del suo padrone, come se avesse l'assoluta consapevolezza istintiva di ciò che deve fare quando il padrone sta male.
<non so perchè ho così paura di andarmene>
Aggrotta la fronte in uno sforzo cognitivo
<ho la sensazione di aver buttato via molti anni della mia vita, anni che vorrei non aver speso sapendo l'esito infruttuoso dei miei tentativi di guarire>
Deglutisce; poi un rumore di fronde agitate lo distrae, afferra il mantello del cane... fino a quando non vede un uccello notturno che esce in volo e si allontana dall'albero.
<forse non voglio soffrire, in effetti sono stanco di soffrire; per tenere salda la poca voglia di vivere che ho devo cercare attività divertenti sul lavoro, attività eccitanti, che stimolano la mia fantasia>
Si blocca mentre sta per dire qualcos'altro, sposta la testa di lato.
<uccideresti mai un bambino?>
mormora una seconda volta
<caro Cane, se tu avessi visto quel che ho visto io, quando ho provato gli effetti di quella sostanza... sono turbato, ma questo tu lo sai già>
Dona qualche colpetto al fianco possente dell'animale, che emette un suono basso: si sta rilassando.
<non sono riuscito a dire a Dhemetra cosa ho visto, non ne ho avuto la forza, nemmeno con lei, che è ciò che più ho di caro in tutto questo... grigio che mi circonda. Visioni orribili di ciò che sono, di ciò che potrei fare senza troppi sforzi>
Il cane alza il testone in reazione a qualche suono che Bernardo non può sentire, poi torna a riappoggiarsi al petto del padrone.
<e quel nome, che mi perseguita>
Inspira profondamente.
<e lei cosa ci guadagna, Mago Serpente?>
Sorride posandosi la mano libera sulla fronte, a peso morto.
<l'immortalità, l'eterna giovinezza... allontanare di qualche anno la falce oscura>
Una lacrima sfugge al suo controllo, scende lungo le rughe della guancia e cade su uno stelo, piegandolo.
<Cane, amico mio, io sono esattamente ciò che credo di essere, non sei forse d'accordo?>
Gli occhi profondi dell'animale ruotano per in quadrare il volto del padrone.
Cane tiene lo sguardo sul dottore per lunghi istanti, poi sospira e si gira dall'altra parte.

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